Bollettino ISS su gravidanza, parto e allattamento del 23 aprile 2020

Oggi 23 aprile l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato il nuovo bollettino con gli aggiornamenti da parte della comunità scientifica internazionale e nazionale sulla gravidanza, parto e allattamento rispetto ai rischio connessi all’infezione SARS-CoV-2.

Riportiamo di seguito alcune delle info più rilevanti emerse.

Un dato convergenze che emerge da diversi studi è l’importanza di tre fattori che andrebbero gestiti in sinergia e con particolare priorità e attenzione:

  • lo screening universale a tutte le donne afferenti ai servizi di maternità  mediante test nasofaringeo per garantire l’identificazione dei soggetti positivi e asintomatici, al fine di proteggere le pazienti, i familiari e i professionisti sanitari;
  • l’uso rigoroso dei DPI e delle norme protettive igienico-sanitarie standard e specifiche per le infezioni virali respiratorie. A questo proposito si evidenzia come le misure più efficaci per la prevenzione consistono in un bundle di attività che prevedono l’accurata igiene delle mani e degli ambienti ospedalieri, l’uso appropriato dei DPI, l’accurata formazione dei professionisti sanitari ad un uso correttol’uso costante della mascherina da parte di tutte le donne ricoverate anche durante il travaglio e il parto, il rispetto del distanziamento fisico e l’attento isolamento delle pazienti positive.
  • l’uso protettivo di adeguate politiche di apertura o chiusura dell’accesso ai reparti e alle sale parto rispetto ai familiari delle donne che si ricoverano per partorire. Un gruppo statunitense di esperti di salute mentale perinatale evidenzia che in questo momento di grande diffusione del virus, di scarsità di DPI e di grave crisi dei servizi sanitari il rischio di ricadute psicologiche per il mancato accesso di una persona di fiducia della donna in occasione del parto è inferiore rispetto a quello della trasmissione dell’infezione. Suggeriscono dunque, per mitigare gli effetti di tale separazione, di applicare le strategie sviluppate in diverse circostanze, ad esempio con le donne che partoriscono distanti dai propri partner impiegati nelle forze militari statunitensi.

Non tutti gli studiosi sono tuttavia d’accordo su questa valutazione. i Royal Colleges inglesi per esempio nell’ultimo aggiornamento del 17 aprile mantengono l’indicazione alla presenza di una singola persona asintomatica, scelta dalla donna, durante il travaglio e il parto, in quanto tale presenza comporta una differenza significativa per la sicurezza e il benessere delle donne durante il parto. La persona scelta della donna dovrebbe rimanere vicino a lei per tutto il tempo, senza spostarsi all’interno del reparto, e adottare le misure di prevenzione previste dalla struttura.

Molti autori riportano anche come sia importante dedicare particolare attenzione ad un’adeguata, empatica e chiara comunicazione sui rischi e misure protettive alle mamme risultate negative al COVID-19, al fine di tranquillizzarle e favorire un’efficace aderenza alle misure. E’ inoltre altrettanto importante fornire informazioni ai neonatologi in caso di madri asintomatiche positive.

Alcuni studi segnalano il possibile aumento di rischio di tromboembolismo venoso in caso di infezione COVID-19 in gravidanza, con tutta una serie di raccomandazioni per l’assistenza in gravidanza e in puerperio, tra cui la sorveglianza ecografica dell’accrescimento fetale nelle donne che hanno contratto l’infezione COVID-19 e la prescrizione a tutte le donne dimesse dopo il parto, sia vaginale che cesareo, di eparina a basso peso molecolare per almeno 10 giorni.

La trasmissione verticale rimane non confermata.

Nei casi di neonati risultati positivi, la sintomatologia permane lieve o moderata. Il report “Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia” dell’ISS del 20 aprile riporta un solo caso di decesso sotto l’anno di età in un bambino con grave comorbidità.

Breslin et al. in “COVID-19 infection among asymptomatic and symptomatic pregnant women: Two weeks of confirmed presentations to an affiliated pair of New York City hospitals” descrivono 18 neonati da madri positive; i piccoli sono risultati negativi, a eccezione di un caso di risultato inconclusivo, e in buone condizioni cliniche. L’allattamento è stato incoraggiato rispettando le norme di igiene e il distanziamento sociale raccomandato dal Center for Disease Control and Prevention (CDC). Anche altri autori riportano casi di neonati da madri positive, risultati negativi e asintomatici. Anche nei casi in cui il neonato ha manifestato una sintomatologia clinica moderata, è risultato negativo alla ricerca del virus in diversi campioni biologici.

Tutti i nuovi studi confermano l’assenza del virus nel latte materno in caso di madri COVID+. In ragione di ciò, gli autori dei diversi studi concludono che non sussista l’indicazione alla separazione e all’interruzione dell’allattamento. Nei casi in cui l’allattamento diretto al seno non sia possibile, dovrebbe essere considerato l’uso di latte materno spremuto.

Tra i documenti e gli aggiornamenti italiani, la SIAARTI ha pubblicato la seconda versione delle “Indicazioni per la gestione anestesiologico-rianimatoria di pazienti con sospetta o accertata infezione da SARS-CoV-2 (COVID-19) nel peripartum”.

Sui siti delle società scientifiche è disponibile documentazione sul tema COVID in gravidanza, parto e allattamento. In particolare l’AOGOI ha raccolto protocolli clinici e percorsi assistenziali prodotti da alcuni servizi e Regioni.

Fonte:
https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-gravidanza-parto-allattamento-23-4-20