Sterilità e infertilità. Sono la stessa cosa?

I concetti di sterilità ed infertilità sono diversi. Spesso tuttavia vengono comunemente utilizzati come sinonimi, ma di fatto non lo sono e indicano due condizioni psicofisiche e mediche differenti.

La sovrapposizione dei due termini è probabilmente una diretta conseguenza della traduzione del termine anglosassone “infertility”, utilizzato per indicare la sterilità.

Per coppia sterile si intende una coppia che non riesce ad ottenere un concepimento dopo 12-24 mesi di rapporti sessuali completi, regolari e non protetti (secondo i criteri della Organizzazione Mondiale della Sanità).

Si stima infatti che una gravidanza si verifici dopo un anno nell’84% dei casi, nel 92% dei casi dopo due anni e nel 93% dei casi dopo tre anni.

La diagnosi di sterilità è dunque conseguente ad una determinazione “in negativo”, ossia sottolinea l’assenza di un evento: il concepimento. Questo comporta che la diagnosi di sterilità non corrisponde necessariamente ad una sterilità di fatto, ma ad una difficoltà a concepire in un determinato periodo di tempo: essa può quindi coinvolgere sia persone effettivamente sterili, cioè impossibilitate a concepire spontaneamente, sia persone con una fecondabilità1  ridotta ma non del tutto assente (ipofeconde).

Inoltre, non sempre la condizione di sterilità interessa le coppie fin dal primo tentativo di concepimento: è possibile che una coppia non sia mai stata in grado di concepire (sterilità primaria), oppure ci sono coppie che, pur avendo già figli, non riescono a concepirne altri (sterilità secondaria). Non va poi tralasciata la cosiddetta “sterilità idiopatica” o “inspiegata”, che non vede identificata una causa organica, fisica, ma che probabilmente è legata ad una componente psicologica.

Al fine di garantire una certa uniformità terminologica nella letteratura medico-scientifica, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha proposto la seguente distinzione terminologica:

sterilità primaria: si intende identificare una coppia che non ha mai concepito dopo due anni appunto di rapporti sessuali completi, regolari e non protetti.

sterilità secondaria: si riferisce alla coppia che ha già avuto figli ma che, trascorso un periodo di due anni da tale evento, non riesce più ad avere un’altra gravidanza.

infertilità: intende identificare una donna che arriva ad avere una gravidanza, ma che non riesce a portarla a termine.

sterilità assoluta: identifica quelle coppie in cui si riscontra la presenza chiara di un fattore maschile o femminile che rende praticamente impossibile un concepimento spontaneo.

Queste coppie rappresentano circa il 20% delle coppie infertili. Nel caso della donna, la sterilità assoluta può essere:

a) tubarica (asportazione chirurgica od occlusione di entrambe le tube

b) ovulatoria: menopausa precoce (da POF, da asportazione chirurgica di entrambe le ovaia, da terapie antiblastiche); ipogonadismo ipogonadotropo;

c) uterina: isterectomia (asportazione chirurgica dell’utero); disgenesia (o agenesia) utero-vaginale.

Nel caso dell’uomo, la sterilità assoluta è rappresentata solo dalla condizione di assenza di spermatozoi nell’eiaculato, o “azoospermia”, che può essere ostruttiva o non ostruttiva.

Coma abbiamo visto si definisce invece infertile, la coppia che, nonostante sia capace di concepire, non riesce a portare a termine la gravidanza o comunque i bambini nati non riescono poi a sopravvivere. Indica quindi l’incapacità di avere figli vivi e sani.

Comprendere la differenza tra questi due termini, sterilità e infertilità, è di fondamentale importanza, poiché le scelte terapeutiche variano molto a seconda che si tratti dell’una o dell’altra.

Le cause più comuni dell’infertilità e sterilità di coppia

Sterilità ed infertilità riguardano circa il 15% delle coppie in Europa secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Salute.

Si stima che, a livello mondiale, vi siano 60-80 milioni di coppie sterili. Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, in Italia circa il 30% delle coppie ha problemi di infertilità, al pari circa degli altri Paesi industrializzati. Questo dato, se rapportato ai nuovi matrimoni/anno, indica che circa 100.000 coppie all’anno in Italia vanno incontro a difficoltà riproduttive.

Sterilità e infertilità rappresentano dunque problemi sempre più diffusi tra le coppie che rischiano di minacciare e pregiudicare dimensioni importanti della persona e della coppia: le dimensioni della maternità/paternità e della genitorialità.

Le cause dell’infertilità e sterilità di coppia sono estremamente varie e vedono coinvolti, più di quanto si pensi, anche fattori di tipo sociale, come per esempio, la ricerca del primo figlio in età sempre più tardiva. Il periodo di massima fertilità è per la donna intorno ai 25 anni di età, per poi andare incontro ad una forte riduzione dai 35 anni in poi.

Anche lo stile di vita ha la sua importanza: problemi di peso, intesi sia come obesità che eccessiva magrezza, sono la causa del 6% della sterilità primaria e del 12% di quella totale e, nella stragrande maggioranza dei casi (70%), il semplice ritorno al proprio peso-forma permette di ristabilire la fertilità.

Il fumo di sigaretta, poi, è la causa di circa il 13% dell’infertilità femminile, poiché le sostanze contenute nel fumo non solo interferiscono con la maturazione degli ovociti, ma riducono anche la probabilità di successo delle tecniche di fecondazione assistita. Tale condizione è per fortuna reversibile, per cui smettere di fumare permette di recuperare la condizione di fertilità se non vi sono altre cause concomitanti. Oltre al fumo, anche l’inquinamento ed il consumo di alcol e droghe influiscono negativamente sulla fertilità.

Nella donna, le maggiori cause di sterilità sono rappresentate da disturbi ovulatori, come l’anovulazione cronica o l’ovulazione irregolare, da alterazioni anatomiche, come tumori benigni dell’utero (miomi), anomalie o lesioni del collo dell’utero e delle tube di Falloppio (che possono essere causate da agenti infettivi), dall’endometriosi, patologia in cui l’endometrio (il tessuto che riveste internamente la cavità uterina) cresce e si espande al di fuori dell’utero (ad esempio nelle strutture addominali) e infine da fattori immunologici, spesso rappresentati dalla presenza, nel muco cervicale e talvolta nel siero, di anticorpi anti-liquido seminale.

Nell’ultimo decennio grazie al perfezionamento delle tecniche di biologia molecolare è stato possibile evidenziare più agevolmente le anomalie dei fattori genetici della coagulazione (trombofilie). Queste anomalie facilmente generano una poliabortività e la nascita di bambini sottopeso per scarso apporto ematico-placentare.

Nell’uomo viene ritenuto  indice di fertilità normale la situazione in cui il seminale contiene una quantità compresa tra i 25 ml e un numero di spermatozoi superiore ai 15 milioni di ml. In merito alla motilità generale deve essere superiore al 50 ( WHO 2010). Cause di sterilità maschile sono quindi alterazioni (quantitative o qualitative) dello sperma, indotte ad esempio da infezioni, disturbi immunologici, endocrini e da ostruzione delle vie spermatiche, anch’essa potenzialmente causata da agenti infettivi o infiammazione. L’anomalia può talvolta interessare anche il momento della deposizione del liquido seminale nell’apparato genitale femminile, come accade ad esempio nei soggetti affetti da ipospadia, impotenza coeundi (difficoltà nel compiere il coito), ma anche nei casi di eiaculazione precoce o retrograda.

1) Per fecondabilità si intende la probabilità mensile di concepimento in coppie sessualmente attive, in assenza di interventi tesi a limitare la procreazione.