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29 Gennaio 2014 by Stefania Traini

Lo psicologo e le altre professionalità

1. Lo psicologo collabora anche con altre figure professionali?

Sì, collabora con varie figure professionali che lavorano nell’ambito medico e del sociale.

2. Quali sono i professionisti con cui collabora maggiormente? Mi può fare qualche esempio?

Certo. Sicuramente i medici, gli psichiatri, gli educatori…

3. Come nasce una collaborazione con i medici e i pediatri?

Spesso il paziente viene inviato dal medico allo psicologo, quando il primo rileva la possibilità che il problema del paziente non sia attribuibile esclusivamente a cause organiche, ma sia legato a problemi o difficoltà a livello psicologico. Anche lo psicologo può ritenere opportuno l’intervento del medico, nel caso in cui la persona abbia problematiche fisiche. In questi casi, lo psicologo mantiene contatti con il medico del paziente, per avere una visione più completa e corretta della situazione del paziente.

4. La collaborazione con lo psichiatra invece?

Capita che un paziente veda sia uno psichiatra che uno psicologo. Lo psichiatra può prescrivere psicofarmaci (in quanto medico), mentre con lo psicologo la persona compie un percorso di sostegno e di terapia psicologica. Sono molte le discussioni rispetto all’efficacia dei farmaci e della consulenza psicologica. Nei casi più gravi, quando la sofferenza e l’angoscia raggiungono livelli difficili da tollerare, la combinazione di farmaci e consulenza psicologica offre i risultati migliori. Un esempio è quello delle forme gravi di depressioni, caso in cui l’utilizzo di farmaci aiuta ad eliminare i sintomi più acuti, mentre lo psicologo lavora sulle cause e sulle soluzioni del problema. In moltissimi casi l’intervento dello psicologo ha evidenti effetti di miglioramento anche senza l’utilizzo di farmaci.

5. Chi è il neurologo?

Il neurologo è un medico laureato in medicina e successivamente specializzato in neurologia. È iscritto all’Ordine dei Medici.

6. Quali sono le attività principali del neurologo?

Il neurologo si occupa delle malattie del cervello, dei nervi e dei muscoli dal punto di vista fisico. Il suo intervento riguarda ad esempio ictus, sclerosi multipla, Parkinson, malattie neuromuscolari, epilessie, diagnostica di tumori e malattie cerebrovascolari.

7. In che modo psicologo e neurologo collaborano?

L’intervento dello psicologo può essere di fondamentale importanza come sostegno ai familiari dei malati, ma anche per i pazienti stessi (per esempio nel caso di malattie degenerative, come il

Parkinson o di tumori) con obiettivi volti a migliorare la qualità di vita, come l’accettazione della diagnosi e la riorganizzazione personale e familiare della vita con la malattia.

8. Chi è il neuropsichiatra infantile?

E’ un professionista laureato in Medicina, con una specializzazione post-laurea in Neuropsichiatria Infantile. E’ iscritto all’Ordine dei Medici.

9. Quali sono le sue attività principali?

Si occupa di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione delle patologie neurologiche, neuropsicologiche e/o psichiatriche dell’infanzia e dell’adolescenza (da 0 a 18 anni) e di tutti i disordini dello sviluppo del bambino nelle sue varie linee di espressione (psicomotoria, linguistica, cognitiva, intellettiva, relazionale).

10. In che modo lo psicologo e il neuropsichiatra infantile collaborano?

Talvolta alcune difficoltà dei bambini e degli adolescenti non sono di natura esclusivamente psicologica, ma possono derivare da disturbi organici di tipo neurologico. In questo caso, lo psicologo invita i genitori del bambino/adolescente a recarsi dal Neuropsichiatra per eseguire indagini più approfondite.

In altri casi invece, difficoltà che inizialmente sembravano essere di tipo neurologico, sembrano interessare aspetti psicologici della persona. Ecco quindi che interviene lo psicologo.

11. L’educatore invece?

L’educatore è un professionista laureato in scienze dell’educazione che si occupa del sostegno pratico alle persone con disagio fisico, sociale o psichico.

12. In che modo educatori e psicologi collaborano?

Spesso le persone seguite dall’educatore hanno bisogno di un supporto psicologico. Lo psicologo e l’educatore rimangono in contatto per dare un sostegno completo alla persona. Lo psicologo svolgerà colloqui col paziente mentre l’educatore riempirà parte del tempo del paziente con attività educative e ricreative più adatte a lui.

Spesso, inoltre, lo psicologo svolge attività di monitoraggio e supervisione dei vissuti emotivi degli educatori, aiutandoli a mettere in campo le proprie emozioni e facilitando il confronto. Inoltre lo psicologo partecipa alla progettazione e alla programmazione dell’intervento educativo.

13. Un altro professionista che collabora spesso con lo psicologo è il logopedista. Esattamente, di cosa si occupa?

Il logopedista si occupa della prevenzione e del trattamento riabilitativo delle patologie del linguaggio e della comunicazione in età evolutiva, adulta e geriatrica. La sua attività è volta all’educazione e alla rieducazione di tutte le malattie che provocano disturbi della voce, della parola, del linguaggio orale e

scritto e delle disabilità comunicative. Può seguire bambini con ritardo nel linguaggio o adulti e anziani che, a seguito di una malattia o di un evento traumatico, non riescono più ad esprimersi mediante la parola o la scrittura e hanno difficoltà a comprendere le parole e gli scritti degli altri.

14. In che modo le due figure professionali operano insieme?

Psicologo e logopedista collaborano spesso all’interno di équipe di lavoro multidisciplinari, in quanto i loro compiti possono e devono integrarsi. Per esempio, persone che hanno sviluppato difficoltà a parlare in seguito ad un trauma cranico, spesso hanno anche bisogno di uno psicologo che li sostenga dal punto di vista psicologico durante il periodo di riabilitazione.

15. Il neuropsicologo invece?

È laureato in Psicologia, con una specializzazione in Neuropsicologia. Ha le competenze di base dello psicologo clinico, ma, a differenza di quest’ultimo, si occupa in modo specifico degli aspetti psicologici dei traumi cerebrali e di altre malattie del cervello e del Sistema Nervoso.

16. In che modo queste due figure professionali collaborano?

Alcune patologie psichiatriche possono manifestare gli stessi sintomi che possono essere causati da traumi cerebrali o da altre malattie del cervello o viceversa. Nei casi in cui non sia certa l’origine del problema, il paziente può essere inviato a fare una visita neuropsicologica o viceversa, per ottenere una maggiore comprensione del problema e poter così intervenire adeguatamente. I neuropsicologi si occupano di progettare e somministrare piani di riabilitazione di abilità cognitive che sono venute meno in seguito ad un trauma oppure a causa dell’aggravarsi di malattie croniche degenerative.

17. lo psicologo può collaborare anche con persone non dell’ambito medico?

Certamente, solo per fare alcuni esempi lo psicologo collabora con il personale docente e non docente delle scuole nella costruzione di percorsi di sostegno e di intervento con i ragazzi; collabora con ditte e realtà di lavoro per promuovere il benessere psicologico e ridurre le conseguenze dello stress nei luoghi di lavoro; collabora con le Istituzioni locali (come comuni, province, ecc.) per la costruzione di interventi di prevenzione del disagio sociale e promozione del benessere.

18. Un’ultima domanda. Oggi si sentono nominare nuove professioni che sembrano analoghe a quella dello psicologo: counselor, life-coach … chi sono queste figure? Quali differenze hanno con lo psicologo?

Negli ultimi anni sono nate figure come il counselor e il life-coach che si occupano principalmente di orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità del cliente, rispetto a problemi non specifici (come per esempio prendere decisioni, migliorare le relazioni interpersonali).
Sono figure professionali che non prevedono un percorso formativo universitario, ma la cui formazione consiste in corsi biennali o triennali presso scuole di formazione private e per il momento non esiste nessun Ordine Professionale al quale queste professionalità possano fare riferimento. Di fatto, queste figure professionali collaborano molto raramente, in quanto le loro attività sono svolte anche dallo psicologo.

Documentazione divulgativa MIP

 

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