Cosa accade nell’EMDR?

La focalizzazione dell’EMDR è sul ricordo dell’esperienza traumatica o stressante per elaborarla a livello emotivo, cognitivo e a livello delle sensazioni corporee.

Questo lavoro psicologico viene svolto seguendo un preciso protocollo di intervento che prevede anche una cosiddetta “stimolazione bilaterale alternata destro/sinistra”, tramite il tapping (tamburellamento sulle ginocchia del paziente), il movimento delle dita da seguire con gli occhi o un suono alternato fra orecchio destro e sinistro ascoltato tramite una cuffia. Questa stimolazione serve a ristabilire l’equilibrio eccitatorio/inibitorio, provocando così una migliore comunicazione tra gli emisferi cerebrali.

In questo modo viene creato un duplice focus di attenzione (dual focus): il paziente si concentra sullo stimolo interno (ricordo ed emozioni disturbanti legati all’esperienza traumatica), mentre segue uno stimolo esterno (dato dalla stimolazione bilaterale alternata).

L’obiettivo dell’EMDR è di mettere in moto l’intrinseco e innato sistema di elaborazione dell’informazione per trasformare in maniera adattiva le esperienze che sono state immagazzinate in modo disfunzionali.

La desensibilizzazione e la ristrutturazione cognitiva che avvengono durante una seduta di EMDR permettono l’elaborazione del ricordo dell’esperienza traumatica, e quindi durante le sedute di EMDR si osserva che il paziente cambia la sua prospettiva sull’evento, le valutazioni cognitive su di sé, incorporando emozioni adeguate alla situazione ed eliminando le reazioni fisiche disturbanti.

Questo permette in ultima istanza di adottare comportamenti più adattivi. L’esperienza è usata in modo costruttivo dall’individuo ed è integrata in uno schema cognitivo ed emotivo positivo.